Internet: paura e ignoranza

Leggo sempre con molto piacere gli articoli di Manuel Castells su Internazionale. Castells è un sociologo spagnolo, esperto in comunicazione e tecnologia, con una lunga esperienza in molte università e centri di ricerca europei e americani.
L’ultimo articolo, disponibile sia sulla rivista cartacea che online, prende spunto da una ricerca fatta dall’Università della Catalogna e durata ben sei anni. Il tema è quello di Internet, del suo valore sociale e comunicativo e dell’uso che ne viene fatto, in Catalogna e in tutto il mondo.

Castells afferma prima di tutto uno dei risultati più evidenti della ricerca.

“Insomma, le persone che usano più spesso e più intensamente internet sono più socievoli, hanno più amici, hanno rapporti familiari più intensi, più iniziativa professionale, meno tendenza alla depressione e all’isolamento, mostrano più autonomia, più ricchezza comunicativa e una maggiore partecipazione alla vita civile e politica rispetto agli altri. Questo sia in Catalogna sia nel resto del mondo.”

E questo a dispetto di tutti quanti, perfetti sconosciuti nonché presunti media di prestigio, che continuano a insistere col discorso sentito e risentito, di chi, usando tanta tecnologia e comunicando con i diversi strumenti telematici, si allontanerebbe dalla cosiddetta realtà.

Non che mi dispiaccia allontanarmi dalla realtà fatta di quiz milionari, reality e (tele)giornali fotocopia costruiti sul gossip, ma io ho una vita sociale reale anni luce più intensa di buona parte di quelli che conosco e che temono la tecnologia.

“La stessa sensazione di pericolo si avverte anche nei confronti della rete vista come un universo popolato di virus, spam, pornografia, false identità, hacker e pirati, e anche qui mi trovo d’accordo con Castells, proprio perché ancora una volta si torna alla paura, all’angoscia legata al presunto proliferare di loschi individui in Rete, nel momento stesso in cui non ci si accorge neanche di quello che ci succede intorno, bello o brutto che sia.

La domanda a questo punto sorge spontanea.

“Da cosa nasce questa percezione distorta? Da una parte c’è la tendenza dei giornali a pubblicare solo notizie allarmanti, come quella secondo cui il nostro equilibrio mentale e quello dei nostri figli sarebbe messo gravemente in pericolo dalla tecnologia”.

Vero, ma non solo, nel senso che non si tratta solo di questo progetto più o meno studiato, perché la realtà comunque non è quella che vorremmo.

“In realtà siamo di fronte a qualcosa di profondo: il rifiuto della tecnologia, della cultura e della società dei giovani da parte degli anziani, delle élite al potere, delle istituzioni e delle organizzazioni della vecchia società. Internet è, innanzitutto, uno strumento di libertà e uno spazio di comunicazione autonoma”.

E questo spaventa, porta a vecchie e nuove forme di censura e di intervento, porta a presentare il social networking come strumento del demonio e gli esperimenti di condivisione audio e video come forme di furto o di perversione.

“E visto che gli anziani non si sentono sicuri in un mondo in cui la comunicazione e l’informazione dipendono da tecnologie che non conoscono, ma che sono l’ambiente naturale dei loro nipoti, molti si lasciano facilmente influenzare dai racconti dell’orrore su internet.

E qui ritorna l’ignoranza di fondo, poco criticata e tanto cavalcata da media, politicanti e amici che vivono sfruttando fino all’osso tutti i privilegi medievali che si sono conquistata nel tempo con ogni mezzo possibile, lecito o meno.

Castells conclude in modo molto chiaro.

“In effetti la nostra ricerca dimostra che ad avere paura di internet sono soprattutto quelli che non l’hanno mai usata. È questa paura dell’ignoto – sostenuta dagli interessi commerciali e politici che internet mette in discussione con la sua autonomia e libertà – che alimenta il timore della virtualizzazione della nostra vita e trasforma in titolo da prima pagina il risultato più banale della ricerca”.

Purtroppo questa situazione non si discosta troppo da quanto accade in altri contesti in cui la paura e l’ignoranza dominano troppo spesso e bloccano ogni tentativo di cambiamento e di crescita.

11 Risposte to “Internet: paura e ignoranza”

  1. Madamoiselle Patience Says:

    Concordo con te. Io la vedo così: giornali per partire, internet per integrare. Uno non esclude l’altro. Internet te lo gusti a casa, un giornale al mare o sui mezzi di locomozione Purtroppo non si riesce a trovare un equilibrio: purtroppo c’è chi detesta il classico “quoitidiano” e chi dall’altra parte ha paura della tecnologia.

  2. Lehander Says:

    Io mi soffermo sul punto dell’integrazione sociale che internet dovrebbe danneggiare secondo fonti non autorevoli…l’autore del blog può testimoniare come ci siamo conosciuti (su un forum di un gioco manageriale online), un gruppo di circa venti persone di varie età, con vari interessi e abitudi diverse e che spesso si frequentano. Non a caso eravamo all’Italia wave fino a mezz’ora fa ad ascoltare musica, a fare due chiacchere e a divertirsi, quindi dico: viva internet!

  3. S.B. Says:

    Accidenti che bel post ! Sono d’accordo al 100% !!!

  4. FulviaLeopardi Says:

    penso che non sia vera né l’una né l’altra cosa: chi usa internet è una persona, e ogni persona è socievole o meno … sia chi dice ‘siamo tutti socievoli’ sia chi dice ‘siamo tutti asociali’ sbaglia

  5. Elisa Says:

    Concordo con la visione d’insieme del post! Sempre però che non si diventi dipendenti da internet..
    Buona giornata, Elisa.

  6. christian Says:

    Mademoiselle Patience: si, e’ vero, ma non la vedo necessariamente come una questione di equilibrio. Ad esempio, si dice sempre che la gente smette di leggere i quotidiani e questo e’ male. Ok, ma perche’ nessuno si chiede mai cosa siano diventati i quotidiani in italia?

    Lehander: grande! infatti e’ vero, io voglio sfruttare al meglio ogni mezzo di comunicazione possibile, senza limitarmi a uno soltanto. La vita reale poi e’ fondamentale. 🙂

    S.B.: troppo buono! quando ho letto il pezzo ho sentito proprio il bisogno di scriverci qualcosa anch’io! 🙂

    FulviaLeopardi: il problema e’ che quello che si dice in giro e’ che chi usa Internet e’ quasi sempre un asociale che si “rifugia” in un mondo irreale. E questo non ha senso, e’ falso e porta a conclusioni ancora piu’ folli. Anch’io ho voluto ribadire che la tecnologia non e’ assolutamente la negazione della vita reale, proprio perche’ si puo’ essere in grado di usarla al meglio per tutto quello che puo’ darci arricchimento e piacere.

    Elisa: a me preoccupa molto di piu’ la dipendenza da televisione e da telefonino, di cui quasi nessuno parla, mentre e’ da troppo tempo una triste realta’.

  7. Piuttosto interessante… « Svaried Blog, a bit of Linux, in itagliano Says:

    […] Dashboard, e se come gia` scritto altrove mi ci trovo sole storiche, qualche volta mi stupisce con cose interessanti. Vi invito a perderci quei 5 minuti almeno per la lettura (non vi chiedo di osare TANTO anche da […]

  8. EnricoLaTalpa Says:

    Sottoscrivo, firmo e controfirmo!
    Anche se una predisposizione di base alle relazioni interpersonali aiuta, di per sè chattare, bloggare e quant’altro è da paragonarsi al fermare uno per strada per “interagire”…. E va da sè che nel secondo caso si rischiano le mani addosso mentre internet diventa quel velo che divide il confessore dal confessato, la confidenzialità che si crea tra due perfetti sconosciuti.
    E poi, in molti casi, la curiosità, le affinità più o meno elettive, lo stesso sentirsi parte di un gruppo (per molti una necessità) fa sì che la gente si incontri IRL.
    Sì, credo che sia un produttore di opportunità come pochi altri (forse lo sport).

  9. christian Says:

    Ma quali ospiti di prestigio su questo blog! Addirittura il prode Enrico!
    Concordo sull’interazione, cosi’ come sul fatto che curiosita’ e voglia di osare portino necessariamente a interazioni maggiori, se possibile, e quindi e alla vita reale vera e propria! 🙂

    Come sempre poi, non e’ il mezzo il “colpevole”, ma chi lo usa!

  10. EnricoLaTalpa Says:

    Eddai… che arrossisco…

  11. christian Says:

    ahahaha, ma dai! non fare il modesto! 😉

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