Benigni adesso legge anche la Bibbia e si atteggia da alto prelato…
“Che dire di fronte a un autore cosi’ elevato?”. Sono le uniche parole che Roberto Benigni, lo sguardo rivolto al cielo mentre prende posto in auto, ha concesso ai giornalisti dopo aver preso parte alla lettura in diretta della Bibbia nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Tanti sorrisi e ampi gesti di saluto dall’interno della vettura ma per il resto Benigni non ha concesso altro. Il regista e attore toscano e’ stato il quarto a leggere dalla Bibbia, dopo Papa Benedetto XVI, il vescovo Ilarion e la moderatora delle Chiese valdesi in Italia, Maria Bonafede.
Leonard Zelig: “Ho 12 anni. Vado alla sinagoga. Chiedo al rabbino qual è il significato della vita. Lui mi dice qual è il significato della vita. Ma me lo dice in ebraico. Io non lo capisco, l’ebraico. Lui chiede 600 dollari per darmi lezioni di ebraico.”
Anche il film è bellissimo, come il fumetto, del resto. Ho sempre apprezzato tantissimo le storie di Marjane Satrapi pubblicate su Internazionale, e poi anche la raccolta completa di Persepolis. Andate a vederlo e portate con voi tanti amici, non ve ne pentirete. La resa del film è eccellente, un gioco di tratti in bianco e nero che riescono a trasmettere molto di più di tanti colori, che compaiono soltanto in alcune scene parigine. I volti dei personaggi sono poco più che abbozzati, ma così vivi e espressivi e le inquadrature spesso rievocano un espressionismo ricreato con luci e ombre. Un modo piacevolissimo, nel contempo triste e divertente, ma sempre profondo di scoprire la storia di una ragazza nel contesto della storia di un paese, l’Iran, ignorando tutte le sciocchezze che ci raccontano i media di regime ogni giorno.
BOZZONE: Bisogna esse’ rivoltosi ragazzi. Ci vole la dittatura de’ popolo. BUIO: Mmhh BOZZONE: Ci vorrebbe proprio la dittatura de’ popolo a anarchia. BUIO: Ma l’è sempre una dittatura. BOZZONE: Eh, l’è sempre una dittatura ma intanto si va avanti duemila anni, poi si vedrà.
Avevo promesso che sarei tornato a parlare di “Berlinguer ti voglio bene” e il dialogo di cui sopra, tratto dal film, mi pare proprio adatto al momento storico e alla situazione culturale e sociale di questi giorni.
Ne approfitto per ricordarvi dell’uscita del libro dedicato proprio al film, ai personaggi e ai luoghi in cui venne girato. Tempo fa ho avuto modo di vedere anche il documentario dedicato al trentennale e adesso mi leggo un po’ di curiosità che ancora non sapevo, su carta e sul sito dedicato al film e realizzato da alcuni cultori.
Non sono riuscito a trovare il video della scena da cui ho ripreso il dialogo di cui sopra, e allora per chiudere un’altra scena memorabile!
Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l’anima a forza di botte.
Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c’è il bene e c’è il male.
Cardinali e monsignori vari ci ricordano dell’esistenza di “Persone che hanno ormai trasformato le strade del mondo in un palcoscenico di prepotenza, violenza, egoismo, omicidi, bestemmie”. E meno male che c’è il Vaticano a ricordarcelo, altrimenti da soli non ci avremmo mai pensato e avremmo insistito nel dare la colpa alla criminalità, alla corruzione, al malgoverno, alla mancanza di responsabilità e rispetto che ormai domina le nostre esistenze, per strada, in casa, in chiesa e nel Palazzo.
Ma i nostri simpatici eroi non si limitano alla constatazione, e ci propongono l’ultimo ritrovato in fatto di sicurezza stradale: la “protezione divina”. Il manualetto fornisce utili consigli su come mantenere attiva questa protezione in tutti i nostri spostamenti, a partire dai momenti che precedono la partenza: “Il ricorso ai nostri intercessori celesti non deve far dimenticare l’importanza del segno della croce, fatto prima di iniziare un viaggio”.
Non trascura poi di constatare quanto sia sbagliato il modo in cui molte persone si comportano al volante: “I comportamenti poco equilibrati variano a seconda delle persone e delle circostanze: mancanza di cortesia, gestacci, imprecazioni, bestemmie, perdita del senso di responsabilità, violazioni deliberate del codice della strada”. Questo significa insomma che i prelati non ce la fanno più a vivere in mezzo al traffico e per questo occorre la conversione di tutti i pirati della strada e di quelli che fanno le corna a chi non gli ha dato la precedenza. Non mancano poi i riferimenti alla guida in stato di ebbrezza dovuta a sostanze alcoliche e/o stupefacenti, e qualche bacchettata al permissivismo dello stato che lascia guidare un po’ tutti: “il pericolo derivante dalle minimacchine (citycar) affidate a giovanissimi e adulti privi di patente, e quello dell’uso spericolato dei ciclomotori e delle moto”. Quello che stupisce è il fatto che manchino le proposte per istituire un test che, in fase di rilascio della patenti, valuti anche l’idoneità spirituale del candidato.
Il manualetto pare non chiarire come sia regolata con precisione la protezione divina nei confronti di chi la invoca e di chi invece se ne infischia. Forse ci sarà in futuro un regolamento attuativo? Per il momento quindi…