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Satira e scala di valori

mercoledì 12 dicembre 2007

Sempre a proposito della cancellazione di Decameron su La7, vorrei semplicemente riportare, dal blog di Daniele Luttazzi, la sua replica a Ezio Mauro, direttore di Repubblica:

Al Direttore di Repubblica:

è disarmante vedere firme celebri annaspare di fronte alla satira e alla sua natura. Quello della volgarità, da sempre, è il pretesto principe di chi vuole tappare la bocca alla satira. Che sia chiaro una volta per tutte ( i furbastri più o meno interessati mi hanno un po’ stufato ): la volgarità è la TECNICA della satira. Con questa tecnica, la satira esprime idee e opinioni. Censurare la satira ( in nome del cattivo gusto o di altri princìpi volatili e capziosi ) è censurare le opinioni. E’ fascismo. Chi si attarda in disquisizioni sul buon gusto è un censore. Punto. L’unico limite lo stabilisce la legge: diffamazione, calunnia. La satira è arte: o è totalmente LIBERA, o non è satira. Se io parlo del sostegno immondo di Ferrara alla guerra criminale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq, e voi vi scandalizzate dei toni satirici invece che di Abu Grahib o del napalm a Falluja, la vostra scala di valori è corrotta. Era questo il significato di quel monologo. Come volevasi dimostrare.

Daniele Luttazzi

StruzzoIlluminante, soprattutto il punto che mi sono permesso di evidenziare in neretto. Una constatazione molto semplice e molto triste. E adesso continuate pure a ruzzare, struzzi che tirate fuori la testa dalla sabbia solo per sparare palate di bieco moralismo!

Cinque puntate

lunedì 10 dicembre 2007

TelevisoreSono andate in onda addirittura cinque puntate, prima che qualcosa si muovesse per far tornare tutto alla “normalità”. Milioni di spettatori ogni puntata non bastano e per una presunta offesa, il Decameron di Daniele Luttazzi chiude i battenti, in un contesto veramente impresentabile.

A La7 sono davvero molto più risoluti. Basta un presunto insulto a un individuo per chiudere un programma. Peccato che questo non succeda anche alla RAI, con l’insulto continuo nei confronti dell’intelligenza e della dignità umana portato avanti da anni e anni a Porta a Porta.

Il PD secondo Luttazzi

martedì 16 ottobre 2007

L’ostetrico Fassino, liquidando una volta per tutte l’eredità comunista, lo ha definito “un partito che deve stare in sintonia con la società”. Ma il comunismo nacque come critica del modo di produzione capitalista: una critica di cui c’è oggi ancora bisogno, alla luce della nuova proletarizzazione (precariato) decisa ferocemente dal blocco industriale-politico-mediatico che governa il nostro Paese. (E il mondo.) Col partito democratico, sparisce la critica. Resta la gestione dell’esistente. Grazie a tutti. Avete fatto quel che potevate.

Come sempre il buon Daniele riesce a sintetizzare in poche brevi affermazioni il senso di tutto quello che ci sta accadendo intorno, e le grandi “svolte” di questo PD, esaltato e mitizzato, me in realtà soltanto un ottimo esempio di “restaurazione” e cristallizzazione del potere.

Ma c’è una logica nella follia. Chi scrive i discorsi di Fassino? Il suo amico Sebastiano Maffettone, filosofo socialista, già autore dei discorsi di Craxi. In pratica, quando i DS applaudono Fassino, da anni senza saperlo stanno applaudendo un discorso di Craxi.

Quod erat demonstrandum. Ecco un altro piccolo dettaglio della questione, sempre dalle parole di Luttazzi.

Quella del partito democratico è una inevitabile stronzata. Inevitabile perché il blocco di potere industriale-politico-mediatico spinge in questa direzione ormai da anni dappertutto.
Stronzata perché manda in soffitta la lotta contro le disuguaglianze che è da sempre la vera artefice del progresso, nonchè l’eredità più nobile di una storia politica liquidata con una fretta commendevole.
Se non altro, si è fatta chiarezza. Da anni i DS si erano trasformati in un “partito di amministratori” ( definizione di Fassino ). E col placet dalemiano prima ai bombardamenti in Kosovo e poi alla guerra in Afghanistan era diventata prassi una realpolitik che di sinistra non aveva più nulla.

Una sintesi a dir poco pragmatica di quello che stiamo vivendo, lucida, essenziale, profonda.

Buon PD a tutti!