Archive for the ‘rabbia’ Category

Regole?

lunedì 8 settembre 2008

Ho seguito, in preda a un misto di piacere e rabbia, la puntata di stasera di Blu notte, in cui Carlo Lucarelli ha affrontato la “rivoluzione di Tangentopoli”. Continuo a scuotere la testa perplesso e sfiduciato, ripensando a quanto sembrino lontani quei momenti e a quanto poco sia cambiato (se non in peggio), e mi imbatto in queste parole, tratte dal nuovo libro di Gherardo Colombo. Le riporto qua, senza aggiungere altro.

“All’angolo di una via c’è una salumeria. Entra in negozio un vigile urbano, ha il compito, tra l’altro, di verificare la bilancia. Dopo alcune allusioni, mezze frasi, e occhiatine, il vigile esce con un paio di borse della spesa ricolme. Le ha avute gratis e in cambio non ha controllato nulla. Il negoziante può continuare a vendere la carta della confezione allo stesso prezzo del prosciutto. Due piani sopra, nello stesso edificio, una signora sta pagando l’idraulico che le ha appena aggiustato il rubinetto. “Se vuole la fattura sono centoventi euro, se non la vuole novanta, un piccolo sconto.” “Faccia senza fattura, non mi serve, grazie per lo sconto.” A due passi c’è l’ufficio delle imposte. Un distinto signore sta parlando con il funzionario a proposito di una presunta evasione. Dopo un po’, quando ha capito che non rifiuterà, gli fa scivolare tra le mani una busta piena di denaro. Ancora qualche scambio di battute, si stringono la mano e si salutano: l’evasione è scomparsa. Poco più in là c’è una banca. Entra un cliente, titolare di conto corrente. Saluta il cassiere, apre la valigetta che porta con sé e pone sul banco una serie di mazzette di banconote. Il cassiere, allertato dal direttore, gli suggerisce il sistema per depositarle sfuggendo ai controlli antiriciclaggio. Intanto nella stessa banca, negli uffici della dirigenza, si approva l’idea di suggerire ai clienti meno importanti l’acquisto di bond che diverranno presto carta straccia.

Due isolati più in là c’è il palazzo di giustizia (i lavori di sopraelevazione sono stati assegnati all’impresa che ha versato una cospicua tangente). Un avvocato e un giudice stanno mercanteggiando l’esito di un processo che riguarda persone potenti. Nelle prigioni vicine un altro avvocato millanta al cliente le sue entrature con il gip che segue il processo: “Sei messo male, ma la libertà è cosa fatta con un adeguato regalo al giudice”. Nel suo studio, un altro avvocato, riceve un nutrito “fondo spese” senza fattura, esentasse. Un paio di chilometri più in là, allo stadio, c’è la partita. L’arbitro fischia un rigore assai dubbio a favore della squadra di casa, dai cui dirigenti aveva ricevuto qualche giorno prima in riconoscimento della sua competenza un bell’orologio di marca. La sera, in un luogo appartato, l’esponente di un grande partito riceve una borsa dal dirigente dell’impresa capofila nella costruzione della metropolitana. Sono le tangenti meticolosamente raccolte fra tutte le società che partecipano ai lavori. Chi le riceve chiama al telefono i colleghi degli altri partiti che contano: “Ci vediamo domani”, e l’indomani il denaro viene spartito secondo tariffe prestabilite, un tanto ciascuno, a percentuale variata a seconda del peso politico. La sera tardi, in una strada di periferia, un distinto signore contratta le grazie di una ragazzina “importata” da un paese più povero con l’inganno e ridotta tramite violenza e minacce in condizioni non lontane dalla schiavitù.

La mattina seguente nell’ospedale civile vengono impiantate valvole cardiache che si dimostreranno difettose, il cui acquisto era stato accompagnato (anche quello) da tangenti. Frattanto alcuni medici di base prescrivono ai loro clienti esami dei quali non hanno bisogno, da effettuare in cliniche private con spese a carico della regione, o specialità di industrie farmaceutiche che già li hanno invitati al convegno – weekend tutto compreso per medico e famiglia – in una rinomata località balneare. In una caserma vicina il maresciallo della fureria si porta a casa, ben confezionato per essere conservato in freezer, un quarto di bue destinato alla mensa sottoufficiali, e nei locali del comando si perfezionano contratti d’acquisto per forniture di dubbia utilità, in cambio, anche qui, di un po’ di denaro contante. Tre strade più in là c’è un cantiere edile: bussa agli uffici l’ispettore del lavoro, dovrebbe controllare presenza e adeguatezza delle misure antinfortunistiche. Gli mettono in mano un elenco di oggetti (elmetti, cinture di sicurezza, scarpe antiscivolo) e una busta (di soldi), compila la sua certificazione di regolarità del cantiere e se ne va. All’istituto delle pensioni c’è qualcuno che falsifica i dati al computer di chi l’ha pregato (con obolo) di farlo apparire professionalmente più anziano di quello che è. Senza neanche chiedere un compenso, il medico di base rilascia su richiesta telefonica un certificato di malattia al dipendente pubblico che si è allungato un po’ le vacanze. Il titolare delle pompe funebri ha stabilito un accordo con gli infermieri dell’ospedale: un tot per la notizia in esclusiva di ogni decesso. Intanto il benzinaio ha apportato qualche modifica agli erogatori di carburante, per lucrare quasi impercettibili differenze di prezzo per litro, che diventeranno sommette alla fine della settimana; i sottoufficiali della polizia tributaria sono addolciti dalla solita busta e il loro controllo dei conti della grande compagnia darà risultati del tutto regolari. La marca del cibo alla mensa scolastica è scelta in cambio di soldi; sempre per soldi qualcuno consente che in carcere entri qualche stupefacente; agenzie di pubblicità e di consulenza aiutano i loro clienti a creare fondi occulti, restituendo in nero parte del prezzo delle prestazioni. Irreprensibili imprenditori si rivolgono al crimine organizzato per far sparire i rifiuti tossici e pericolosi prodotti dalle loro aziende. Un giornalista decanta sul proprio giornale pregi e virtù del tale oggetto, dopo essere stato adeguatamente invogliato; si costruiscono e ricostruiscono alcune autostrade perché è stato lesinato il cemento; si truccano i concorsi per essere ammessi all’università; si rendono edificabili terreni che dovrebbero essere destinati a parco (ancora in cambio di soldi); si paga per farsi assegnare la costruzione della pista del nuovo aeroporto, per essere preferiti nella fornitura di materiale ferroviario, per ottenere un posto al cimitero.

Poi, c’è la mafia. C’è chi una volta al mese (là dove la mafia è più forte) passa tra i vari negozi e le imprese per raccogliere il “premio dell’assicurazione contro gli atti vandalici”, la tariffa della “protezione” garantita a chi non si oppone alla riscossione. C’è chi si infiltra nelle istituzioni, chi chiede e ottiene per la mafia la propria parte negli appalti. C’è chi traffica droga, e chi esseri umani. C’è anche (talvolta, ma c’è) chi fa degli accordi anche a bassi livelli: il poliziotto che tira a campare, e riceve favori (denaro, coca, ragazze compiacenti) in cambio di chiudere un occhio.

Trionfano il sotterfugio, la furbizia, la forza, la disonestà sotto l’apparenza delle leggi uguali per tutti, del rispetto per ogni diritto di base. Coloro si attengono alle leggi formali (che non è detto siano pochi) sono scavalcati ogni giorno da chi non le osserva”

Riff-Raff: 1991-2008

mercoledì 25 giugno 2008

Di anni ne sono passati tanti, ma la situazione è sempre la stessa, quando non è peggiorata.

Larry: Can anyone explain to me why someone’s got to make a profit every time you boil a kettle, every time your kid has a drink of water or every time a pensioner has a warm by a gas fire?

La depressione poi…

Susan: Do you ever get depressed?
Steve: No, depressions are for the middle classes, the rest of us have got an early start in the morning.

Riff-Raff (1991)

(You Gotta) Fight for Your Right (To Party!)

martedì 8 aprile 2008

Era il 1986 e usciva “Licensed to Ill”, primo album in studio dei Beastie Boys. Pezzi memorabili, tra cui “(You Gotta) Fight for Your Right (To Party)”, con un video bellissimo. Rivederlo mi fa anche venire in mente che dovremmo davvero fare così, lasciar perdere il perbenismo e goderci davvero la vita, contro tutti quelli che vogliono trasformare ogni giorno di più la nostra esistenza in una sorta di calvario. Altroché le deprimenti elezioni in arrivo…

Antifascismo?

martedì 11 marzo 2008

C’è davvero bisogno di un fascista candidato tra i baciapile del nano per ricordarsi di qualche briciola di antifascismo?

Ma forse nemmeno quello, ormai una storia del genere fa soltanto mobilitare in ottica elettoralista. Un po’ come dire…”ah, ma allora non siete cosi’ moderati come dite! gente, votate per il porco democratico e non per il porco delle libertà!”, invece di indignarsi perché qualcuno sta mandando l’ennesimo fascista dichiarato in Senato, nella quasi totale indifferenza di tutti.

Del resto le dichiarazioni del nano confermano il “candore” della scelta: “Per essere molto chiari si deve fare una campagna elettorale e si deve vincere. Ciarrapico è l’editore di giornali importanti e credo, allo stesso tempo, che sia assolutamente importante che questi giornali non siano ostili, visto che quasi tutti i grandi quotidiani stanno dall’altra parte”.

Per chi non ancora non l’avesse visto, consiglio un passo indietro, sempre su questo blog.

La grande famiglia

martedì 22 gennaio 2008

“L’esperienza di questo centrosinistra è finita”

“Ringrazio Prodi per lo splendido e prestigioso incarico di ministro, anche se è stato drammatico”

“Lavorerò con tutte le forze che saranno disponibili a prendere in mano la bandiera della libertà e della giustizia senza le quali non c’è politica che non sia avvilente pratica politicante”

“Mi batto e mi batterò per un governo e una maggioranza in grado di ridare un senso alla giustizia”

“Mancata solidarietà di amici e alleati, timorosi di subire anch’essi la gogna mediatica, l’attacco strumentale e fazioso di ministri che dovrebbero guardare il loro passato e riflettere più che aggredire il presente e il futuro dei loro compagni di banco”

“I dettagli per quanto dolorosi e avvilenti di un’inchiesta giudiziaria faziosa e pregiudiziale, condotta con abuso di regole inquisitoriali, a partire dal ruolo inaudito e patologico delle intercettazioni. Un’inchiesta che si è presto trasformata in gogna mediatica, privazione della libertà personale di una mia familiare incensurata e sempre a disposizione dell’autorità penale”

Quante parole… ma non avrebbe fatto molto prima a dire semplicemente di essersi accorto di trovarsi in un governo in cui non ci sono abbastanza esponenti della sua “grande famiglia”?

Mastella

Dini e ancora Dini

sabato 29 dicembre 2007

Lamberto DiniNon contento di averci ammorbato per anni e di essere campato sulle nostre spalle anche in veste di Presidente del Consiglio o di Ministro di qualunque governo e schieramento… Non contento di avere una moglie condannata a due anni e quattro mesi per bancarotta fraudolenta (un crack da 40 miliardi di lire) che, nonostante questo, continua a andare a fare shopping quasi ogni giorno nei lussuosi negozi di Via TornabuoniLamberto Dini lancia ultimatum al paese.

Ma non basterebbe dargli un sacchetto di granoturco per i piccioni per una quotidiana passeggiata ai giardinetti e invitarlo a godersi la vecchiaia con tranquillità (sua e soprattutto nostra)?

Satira e scala di valori

mercoledì 12 dicembre 2007

Sempre a proposito della cancellazione di Decameron su La7, vorrei semplicemente riportare, dal blog di Daniele Luttazzi, la sua replica a Ezio Mauro, direttore di Repubblica:

Al Direttore di Repubblica:

è disarmante vedere firme celebri annaspare di fronte alla satira e alla sua natura. Quello della volgarità, da sempre, è il pretesto principe di chi vuole tappare la bocca alla satira. Che sia chiaro una volta per tutte ( i furbastri più o meno interessati mi hanno un po’ stufato ): la volgarità è la TECNICA della satira. Con questa tecnica, la satira esprime idee e opinioni. Censurare la satira ( in nome del cattivo gusto o di altri princìpi volatili e capziosi ) è censurare le opinioni. E’ fascismo. Chi si attarda in disquisizioni sul buon gusto è un censore. Punto. L’unico limite lo stabilisce la legge: diffamazione, calunnia. La satira è arte: o è totalmente LIBERA, o non è satira. Se io parlo del sostegno immondo di Ferrara alla guerra criminale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq, e voi vi scandalizzate dei toni satirici invece che di Abu Grahib o del napalm a Falluja, la vostra scala di valori è corrotta. Era questo il significato di quel monologo. Come volevasi dimostrare.

Daniele Luttazzi

StruzzoIlluminante, soprattutto il punto che mi sono permesso di evidenziare in neretto. Una constatazione molto semplice e molto triste. E adesso continuate pure a ruzzare, struzzi che tirate fuori la testa dalla sabbia solo per sparare palate di bieco moralismo!

Stupri, massacri, stereotipi e mostri in prima pagina

mercoledì 12 dicembre 2007

Ho poca voglia di scrivere tante parole sul tema, preferisco limitarmi a riportare qualche notizia degli ultimi giorni e a suggerire ancora una volta quanto sia importante e necessario riflettere su quello che vediamo e quello che sentiamo.

E’ ormai un dato di fatto, per i media e per fin troppa gente, che rumeni e altri cittadini stranieri siano la rovina del nostro paesi e fondamentalmente rappresentino la maggioranza, se non la totalità, dei responsabili di gravi atti criminosi quali stupri e massacri per strada. Non passa giorno che non venga sbattuto in prima pagina qualche “mostro”. Non voglio certo negare la gravità dei fatti che sono accaduti, ma vorrei semplicemente soffermarmi su un paio di notizie degli ultimi giorni, che invece sono state prese ben poco in considerazione.

Leggo su Terrorpilots (via Repubblica), a proposito degli strupri in Italia, che, nonostante gli stereotipi, l’Istat ha scoperto che:

“E solo in sei casi su cento il colpevole è estraneo alla cerchia familiare o delle conoscenze. Tra questi, non più del dieci per cento viene commesso da persone di origine straniera.”

Naturalmente questa notizia non è stata sbattuta troppo in prima pagina.

L’ANSA mi ricorda invece che, più o meno una settimana fa è successo qualcos’altro.

“E altri due morti, nonna e nipotino. A Bergamo un intero quartiere è sconvolto dopo la morte, oggi pomeriggio, di Ganga Paraschiva, 61 anni, romena, e del suo nipotino, Stefano Matase, di appena tre mesi.”

“Una Fiat Punto condotta da C.F., 27 anni di Seriate (Bergamo) e proveniente dal quartiere di Campagnola, ha centrato in pieno nonna e nipotino mentre tornavano a casa da una passeggiata nel vicinissimo parco di via Pollack. Il bimbo è stato sbalzato dalla carrozzina e ha fatto un volo di oltre dieci metri. Per il piccolo, così come per la nonna, non c’é stato nulla da fare. Sono morti poco dopo l’arrivo al pronto soccorso.”

Anche per trovare questa notizia occorre impegnarsi e non basta accendere la televisione o leggere la pagina del primo giornale che ci capita tra le mani.

Potrei fare molti altri esempi… Ma risulterei astioso per una platea che non si aspetta altro che mostri venuti dall’Est, e che, quando i mostri cominciano a puzzare un po’, si dedica a delle variazioni sul tema, come quella di Alessio Sundas pronto a scritturare rumeni assassini, mamme accusate di aver ucciso il proprio bambino e via dicendo. No, per Alessio Sundas e per queste storie non ho nemmeno voglia di andarmi a cercare dei riferimenti.

Parole amiche sul mondo alla rovescia

venerdì 23 novembre 2007

HelpE’ da un po’ che medito sul fatto di scrivere qualcosa a proposito di quello che è successo in Italia negli ultimi tempi, penso alla fantomatica questione della “sicurezza”, ai morti ammazzati in autostrada, alle rivolte dei tifosi, ai processi farsa e a tutto quello che ruota intorno alla strada, alla giustizia, alle forze di polizia e, marginalmente, anche al calcio.

Oggi poi ho letto questa bellissima e accurata analisi di un amico sul mondo alla rovescia, e mi sento di condividerla davvero tanto. Per questo non spreco altre parole, ma vi invito semplicemente a leggerla e a discuterne.

In questo mondo libero…

lunedì 15 ottobre 2007

Gran film e grande bastonata al cuore da parte di Ken Loach, che questa volta getta uno sguardo sullo sfruttamento del lavoro e sulla continua esasperazione di tutte le attività senza scrupoli che ci girano intorno.

Angie è debole, ma anche spietata, dolce, ma anche desiderosa di avere tutto e subito. Rappresenta perfettamente il ruolo della sfruttata che decide di provare a passare dall’altra parte della barricata, non rendendosi conto di infierire su se stessa e su altri deboli, nello stesso tempo.

“In questo mondo libero…” è tuttaltro che superficiale e ha il grande pregio di usare in modo efficace i diversi personaggi: Angie, sfruttatrice su tutti i fronti, anche quello sessuale; Rose, che alterna momenti di bontà e di dubbio e momenti di lucidità spietata. Vediamo poi lo scontro generazionale tra genitori e figlia sul “realizzarsi”, sul raggiungere davvero un obiettivo nella vita, con l’insistenza della figlia nel cercare di dimostrare, soprattutto a se stessa, che davvero sta facendo qualcosa di “importante”.

E’ un film “forte” e ben girato, anche per gli ambienti in cui si svolge e le situazioni intense che raffigura. Colpisce l’interpretazione di Kierston Wareing per intensità e efficacia, in un ruolo tuttaltro che banale, a metà tra la ragazza che ha voglia di divertirsi e la madre che cerca di dare una svolta alla propria esistenza, già particolarmente segnata dalle sofferenze e dagli errori.

Un Loach di qualità, anche se qualcuno continua a storcere il naso in occasione dell’uscita di ogni suo film. Questa consuetudine è ormai così radicata che quasi non ci si fa più neanche caso…