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Malacabeza

mercoledì 13 Maggio 2009

Gli Arpioni e Tonino Carotone, sottofondo ideale per una giornata di sole in ufficio!

Oddio mi sto svegliando e sento la risacca
non muovo neanche un dito e cerco di capire
se sono ancora al mondo o il sogno di me stesso
ho timidi ricordi e presunzioni di realtà

capire che è successo ma ci penserò più tardi
quel che mi importa adesso è che nessuno parli
mi sento girar tutto ho echi nella mente
mi do del disgraziato ma so che lo rifarò

oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia que dolor pom pom
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia gira tutto intorno

non è per cattiveria o per poca poesia
ma questa donna accanto sento che non è la mia
motivo insufficiente a perder la delicatezza
ma spero che tu ti scorderai di me

L’alba è testimone della mia notte brava
rincaso barcollando senza sentimento
ho la convinzione che bere meno mi bastava
a far ciò che non faccio non facendolo però

oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia que dolor pom pom
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia gira tutto intorno

que sin cerveza no hay revolucion
y sin amor la libertad no dura
a veces te lanzas a la aventura
y dos borrachos no hacen el amor
ayer eran promesas y emocion
no se de que me acuerdo y de que no
pero de lo que si estoy segura
que dos borrachos no hacen el amor

oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia que dolor pom pom
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia gira tutto intorno


Costruisciti da solo il tuo alibi

martedì 2 settembre 2008

L’impunità è la moda del momento…

I “comodi” fascicoli settimanali ci ammorbano in tv ogni giorno…

E’ il momento di…

Per scaricare direttamente il video:

YouTube – Maccio Capatonda – Costruisciti Da Solo Il Tuo Alibi

Re senza trono

sabato 14 giugno 2008

Tornando a casa in macchina, stanotte, mi sono lasciato prendere da questa vecchia canzone dei Casino Royale, che risale ormai a quindici anni fa. Un pezzo molto lovers, un pezzo che non si dimentica, tratto da un album molto particolare, che ho ascoltato e adorato tanto… ma anche il primo cd musicale che abbia preso a noleggio, ai tempi in cui era ancora possibile.

…passa il tempo e rimane sulla pelle il ricordo
di questo naufragio nel suo caldo corpo
io non credo, ma prego, nulla mi può salvare
forse un angelo amico ora mi sta ad ascoltare
e dal mare di gente una luce, una sera
quel che credi impossibile ancora si avvera
e ho una nuova corona ed ora so cosa sono
si’ senza regina, un re senza trono…

Casino RoyaleRe senza trono (1993)

(You Gotta) Fight for Your Right (To Party!)

martedì 8 aprile 2008

Era il 1986 e usciva “Licensed to Ill”, primo album in studio dei Beastie Boys. Pezzi memorabili, tra cui “(You Gotta) Fight for Your Right (To Party)”, con un video bellissimo. Rivederlo mi fa anche venire in mente che dovremmo davvero fare così, lasciar perdere il perbenismo e goderci davvero la vita, contro tutti quelli che vogliono trasformare ogni giorno di più la nostra esistenza in una sorta di calvario. Altroché le deprimenti elezioni in arrivo…

Amore fin dal primo mattino

venerdì 22 febbraio 2008

Sarà uno spot idiota, ma mi ha fatto ridere non poco!

Leningrad Cowboys

martedì 29 gennaio 2008

Leggo il post della cara Emma, che mi ringrazia per averle fatto scoprire i mitici Leningrad. Mi pare il caso di dedicare un post “corposo” proprio a loro, i grandissimi Leningrad Cowboys, con i loro concerti spettacolo, i capelli “a unicorno”, le scarpe a punta, i vestiti e gli strumenti più sgargianti possibili, i trattori sovietici… e poi il loro repertorio che va dalle canzoni tradizionali alle cover più impensabili!

Mi ricorderò sempre di quando ho visto per la prima volta “Leningrad Cowboys go America”, il film del maestro Aki Kaurismaki che li vede protagonisti.

Ancora più indimenticabile la visione di “Total Balalaika Show”, concertone del 1993 in cui i Leningrad suonano nella piazza principale di Helsinki, insieme al Coro dell’Armata Rossa. Uniformi, trattori, schitarrate e duetti da urlo! E il tutto con 70mila persone intorno! Quando l’ho visto al cinema poi, sono morto ancora di più dal ridere, quasi ballando sulla poltroncina per tutte le due ore dello spettacolo.

Avrete riconosciuto anche la canzone, divenuta poi anche colonna sonora di uno spot Vodafone del 2006, uno di quelli della serie “Life is now”.

Per rendervi un po’ invidiosi di me, vi dirò che ho anche una splendida maglietta dei Leningrad, comprata online dal loro shop. Non posso rendervi felici annunciandovi le prossime date italiane del gruppo, perché al momento non sono previste, anche se potrebbero esserci novità in futuro.

Ecco un altro pezzone, “Those were the days”, dal Nokia Balalaika Show, nel 1994. Spettacolo assicurato, guardate che concentrato di personaggi allucinanti cantano sul palco, dai militari in uniforme, al cantante dei Leningrad, con ballerine pettinate a tema!

Chiudiamo con un pezzo che ho scoperto di recente, “Leningrad”, canzone malinconica e “glaciale”, con assoli nella neve e splendide immagini di repertorio dedicate appunto alla città. Un inno che chiede a gran voce la restituzione del nome di “Leningrad” per l’odierna San Pietroburgo.

So long, so very long, so long since I’ve seen my hometown
I’m coming home. Now I’m coming home.
I’m coming home. To the place I call my own.
You’re in my soul. I can’t explain how much you mean to me.
Long years, long trying years, away from home. I
n a foreign country. So strange, so very strange, it feels so strange.
To be back here again., Can’t wait to see
what happened to my friends, my family.
Oh no, They’ve gone and named my home St. Petersburg.
What’s going on? Where are all the friend I had.
It’s all wrong, I’m feeling lost like I just don’t belong.
Give me back, give me back my Leningrad.
No one, I blame no one, it’s no ones fault. That the times have changed.
Go on, Oh life goes on, I’ll carry on.
And turn a new page. Can’t wait to see what’s my fate, what’s my destiny.
Oh no, They’ve gone and named my home St. Petersburg.
What’s going on? Where are all the friend I had.
It’s all wrong, I’m feeling lost like I just don’t belong.
Give me back, give me back my Leningrad.

Depressione Caspica (o Italica?)

venerdì 25 gennaio 2008

CCCP (1990) – CSI @ VideoMusic (1994) – Italia (2008)

Depressione Caspica

No non ora non qui in questa pingue immane frana
No non ora non qui in questa pingue immane frana
No non ora non qui no non ora non qui
No non ora non qui no non ora non qui

Se l’obbedienza è dignità fortezza
La libertà una forma di disciplina
Assomiglia all’ingenuità la saggezza
Ma non ora non qui no non ora non qui
Ma non ora non qui no non ora non qui

Io in attesa a piedi scalzi e ricoperto il capo
Canterò il vespro la sera
Io in attesa a piedi scalzi e ricoperto il capo
Canterò il vespro la sera

Ecco che muove sgretola dilaga
Ecco che muove sgretola dilaga
Uno si dichiara indipendente e se ne va
Uno si raccoglie nella propria intimità
L’ultimo proclama una totale estraneità
Tu con lo sguardo eretto all’avvenire
Fisso al sole nascente ed adirato all’imbrunire
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
Oh…

No non ora non qui in questa pingue immane frana
No non ora non qui no non ora non qui
No non ora non qui no non ora non qui
Se l’obbedienza è dignità fortezza
La libertà una forma di disciplina
Assomiglia all’ingenuità la saggezza
Ma non ora non qui no non ora non qui
Ma non ora non qui no non ora non qui

Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai

Bisogna esse’ rivoltosi, ragazzi

giovedì 17 gennaio 2008

BOZZONE: Bisogna esse’ rivoltosi ragazzi. Ci vole la dittatura de’ popolo.
BUIO: Mmhh
BOZZONE: Ci vorrebbe proprio la dittatura de’ popolo a anarchia.
BUIO: Ma l’è sempre una dittatura.
BOZZONE: Eh, l’è sempre una dittatura ma intanto si va avanti duemila anni, poi si vedrà.

Avevo promesso che sarei tornato a parlare di “Berlinguer ti voglio bene” e il dialogo di cui sopra, tratto dal film, mi pare proprio adatto al momento storico e alla situazione culturale e sociale di questi giorni.

Ne approfitto per ricordarvi dell’uscita del libro dedicato proprio al film, ai personaggi e ai luoghi in cui venne girato. Tempo fa ho avuto modo di vedere anche il documentario dedicato al trentennale e adesso mi leggo un po’ di curiosità che ancora non sapevo, su carta e sul sito dedicato al film e realizzato da alcuni cultori.

Non sono riuscito a trovare il video della scena da cui ho ripreso il dialogo di cui sopra, e allora per chiudere un’altra scena memorabile!

Ricomincio da tre

domenica 13 gennaio 2008

Ricomincio da treSerata di pioggia, ottima per un film e ne ho approfittato per rivedermi un classico, il primo film del grande Massimo Troisi, “Ricomincio da tre”.

Troisi è regista e protagonista del film, uscito nel 1981, nei panni di Gaetano.

Gaetano vive a Napoli in una famiglia alquanto strana, col padre sempre in attesa del “miracolo” che gli faccia ricrescere una mano e un fratello sempre “rinchiuso” tra il gabinetto e la galera. Questa situazione spinge Gaetano a dichiarare all’amico Lello (Lello Arena) la sua intenzione di ricominciare appunto “da tre”, e per questo si trasferisce a Firenze a casa di una zia, dove vivrà alcune situazioni che lo vedranno protagonista di episodi molto divertenti, come quello in cui accompagna l’amico americano Frank a “vendere la religione porta a porta”, e soprattutto a vivere l’amore con Marta.

Nel film Massimo Troisi mette in mostra tutta la sua bravura con le parole e con i gesti, riuscendo a costruire un bellissimo film in cui poter raccontare le sue storie e le sue riflessioni su tanti aspetti della vita e della società. Ovviamente il tutto nella sua lingua, il napoletano, e senza che questo aspetto ci crei troppe difficoltà nel comprendere quello che sta cercando di esprimere, ma anzi facendoci affezionare fin da subito alla sua mimica e all’efficacia del suo linguaggio.

Memorabili la scena in cui Troisi spiega la sua idea su San Francesco, o quella in cui cerca di convincere Robertino a uscire e a non farsi rinchiudere in manicomio dalla “mammina”. Sono splendide e molto poetiche, poi, le situazioni che caratterizzano il rapporto sentimentale con Marta, pieno di insicurezze e di involontari gesti di comicità.

Massimo Troisi non c’è più da oltre tredici anni, ma restano i suoi film e le sue storie, come questa che lo vide guadagnare per la prima volta anche una grande notorietà, un primo passo verso l’esplosione di simpatia e affetto che hanno caratterizzato sempre il suo legame con il pubblico.

Che faceva San Francesco? Parlava semp’ agli ucciell. Stive continuamente ‘int’i recchie’i sti povera bestie caa… si chille vulevan’ sta nu poco tranquill’, no, s’avevan’a sentì a San Francesco dint’e recchie! Non lo so? Cioè! Secondo me, gli uccelli nun’u suppurtavan’ cchiù, a San Francesco, eh! Appen’ o’ verevan’… “San Francesco”! ciuciu ciu! Tutt’ quant’ ca fuivan’ a copp’agli alberi, eh… Secondo me, guarda, pe’ colpa i’ San Francesco, è nata ‘a migrazione degli uccielli! Pecchè chill’ nun’u suppurtavan ‘o!

25 dicembre: Charlie Chaplin

martedì 25 dicembre 2007

Esattamente 30 anni fa, il 25 dicembre 1977, moriva l’indimenticabile Charlie Chaplin.

Per ricordarlo e per ricordare la storia, rivediamolo nel discorso rivolto all’umanità, che conclude “Il grande dittatore”, geniale satira su Hitler e il Nazismo.

Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore, non è il mio mestiere, non voglio governare né conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile, ebrei, ariani, uomini neri e bianchi, tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’avidità ci ha resi duri e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico, non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un’anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini!

Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto – “Il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo” – non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi, voi il popolo avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità, voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia usiamo questa forza, uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavi il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia siate tutti uniti!