Oddio mi sto svegliando e sento la risacca
non muovo neanche un dito e cerco di capire
se sono ancora al mondo o il sogno di me stesso
ho timidi ricordi e presunzioni di realtà
capire che è successo ma ci penserò più tardi
quel che mi importa adesso è che nessuno parli
mi sento girar tutto ho echi nella mente
mi do del disgraziato ma so che lo rifarò
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia que dolor pom pom
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia gira tutto intorno
non è per cattiveria o per poca poesia
ma questa donna accanto sento che non è la mia
motivo insufficiente a perder la delicatezza
ma spero che tu ti scorderai di me
L’alba è testimone della mia notte brava
rincaso barcollando senza sentimento
ho la convinzione che bere meno mi bastava
a far ciò che non faccio non facendolo però
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia que dolor pom pom
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia gira tutto intorno
que sin cerveza no hay revolucion
y sin amor la libertad no dura
a veces te lanzas a la aventura
y dos borrachos no hacen el amor
ayer eran promesas y emocion
no se de que me acuerdo y de que no
pero de lo que si estoy segura
que dos borrachos no hacen el amor
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia que dolor pom pom
oi mama mia que dolor en la cavesa
oi mama mia gira tutto intorno
Ringrazio l’amico Emi per avermi fatto conoscere i pazzi scatenati della Ukulele Orchestra of Great Britain, facendomi vedere il loro dvd “Anarchy in the Ukulele” (gran titolo!). Non solo sono gran virtuosi dello strumento, con un repertorio di cover di notevole prestigio, ma sono anche personaggi unici sul palco e protagonisti di gag particolarmente divertenti durante l’esecuzione dei brani.
Tornando a casa in macchina, stanotte, mi sono lasciato prendere da questa vecchia canzone dei Casino Royale, che risale ormai a quindici anni fa. Un pezzo molto lovers, un pezzo che non si dimentica, tratto da un album molto particolare, che ho ascoltato e adorato tanto… ma anche il primo cd musicale che abbia preso a noleggio, ai tempi in cui era ancora possibile.
…passa il tempo e rimane sulla pelle il ricordo
di questo naufragio nel suo caldo corpo
io non credo, ma prego, nulla mi può salvare
forse un angelo amico ora mi sta ad ascoltare
e dal mare di gente una luce, una sera
quel che credi impossibile ancora si avvera
e ho una nuova corona ed ora so cosa sono
si’ senza regina, un re senza trono…
Era il 1986 e usciva “Licensed to Ill”, primo album in studio dei Beastie Boys. Pezzi memorabili, tra cui “(You Gotta) Fight for Your Right (To Party)”, con un video bellissimo. Rivederlo mi fa anche venire in mente che dovremmo davvero fare così, lasciar perdere il perbenismo e goderci davvero la vita, contro tutti quelli che vogliono trasformare ogni giorno di più la nostra esistenza in una sorta di calvario. Altroché le deprimenti elezioni in arrivo…
Si’, esiste e abita da Feltrinelli. Non può essere stato che lui, il vecchio buongustaio, a farmi comparire davanti agli occhi, all’improvviso, in mezzo a una serie di vecchi film in bianco e nero, una copia del dvd del Total Balalaika Show! E questo domenica scorsa, solo pochi giorni dopo il mio post dedicato proprio ai Leningrad Cowboys!
Non mancherò di parlarvene più approfonditamente non appena me lo sarò rivisto con calma, insieme ai cinque corti di Kaurismaki che completano il dvd. Adesso che ho scoperto che Dio ha i miei stessi gusti, posso fare questo e altro!
Io vorrei essere là dove i soldati muoiono senza sapere dove senza saper perchè Vorrei essere là per dire a quei soldati “Chi mai coltiverà domani il vostro campo?” Vorrei essere là però, io non ci posso essere perchè anche nel mio campo, qui, c’è ancor tanto da fare Io vorrei essere là dove i bambini imparano che il mondo in cui viviamo è tanto tanto grande Vorrei essere là per dire a quei bambini che pure tanta gente non ha un posto per vivere Vorrei essere là però, io non ci posso essere perchè non ho trovato ancora il mio posto nel mondo Io vorrei essere là Io vorrei essere là…
Leggo il post della cara Emma, che mi ringrazia per averle fatto scoprire i mitici Leningrad. Mi pare il caso di dedicare un post “corposo” proprio a loro, i grandissimi Leningrad Cowboys, con i loro concerti spettacolo, i capelli “a unicorno”, le scarpe a punta, i vestiti e gli strumenti più sgargianti possibili, i trattori sovietici… e poi il loro repertorio che va dalle canzoni tradizionali alle cover più impensabili!
Ancora più indimenticabile la visione di “Total Balalaika Show”, concertone del 1993 in cui i Leningrad suonano nella piazza principale di Helsinki, insieme al Coro dell’Armata Rossa. Uniformi, trattori, schitarrate e duetti da urlo! E il tutto con 70mila persone intorno! Quando l’ho visto al cinema poi, sono morto ancora di più dal ridere, quasi ballando sulla poltroncina per tutte le due ore dello spettacolo.
Avrete riconosciuto anche la canzone, divenuta poi anche colonna sonora di uno spot Vodafone del 2006, uno di quelli della serie “Life is now”.
Per rendervi un po’ invidiosi di me, vi dirò che ho anche una splendida maglietta dei Leningrad, comprata online dal loro shop. Non posso rendervi felici annunciandovi le prossime date italiane del gruppo, perché al momento non sono previste, anche se potrebbero esserci novità in futuro.
Ecco un altro pezzone, “Those were the days”, dal Nokia Balalaika Show, nel 1994. Spettacolo assicurato, guardate che concentrato di personaggi allucinanti cantano sul palco, dai militari in uniforme, al cantante dei Leningrad, con ballerine pettinate a tema!
Chiudiamo con un pezzo che ho scoperto di recente, “Leningrad”, canzone malinconica e “glaciale”, con assoli nella neve e splendide immagini di repertorio dedicate appunto alla città. Un inno che chiede a gran voce la restituzione del nome di “Leningrad” per l’odierna San Pietroburgo.
So long, so very long, so long since I’ve seen my hometown
I’m coming home. Now I’m coming home.
I’m coming home. To the place I call my own.
You’re in my soul. I can’t explain how much you mean to me.
Long years, long trying years, away from home. I
n a foreign country. So strange, so very strange, it feels so strange.
To be back here again., Can’t wait to see
what happened to my friends, my family.
Oh no, They’ve gone and named my home St. Petersburg.
What’s going on? Where are all the friend I had.
It’s all wrong, I’m feeling lost like I just don’t belong.
Give me back, give me back my Leningrad.
No one, I blame no one, it’s no ones fault. That the times have changed.
Go on, Oh life goes on, I’ll carry on.
And turn a new page. Can’t wait to see what’s my fate, what’s my destiny.
Oh no, They’ve gone and named my home St. Petersburg.
What’s going on? Where are all the friend I had.
It’s all wrong, I’m feeling lost like I just don’t belong.
Give me back, give me back my Leningrad.
No non ora non qui in questa pingue immane frana
No non ora non qui in questa pingue immane frana
No non ora non qui no non ora non qui
No non ora non qui no non ora non qui
Se l’obbedienza è dignità fortezza
La libertà una forma di disciplina
Assomiglia all’ingenuità la saggezza
Ma non ora non qui no non ora non qui
Ma non ora non qui no non ora non qui
Io in attesa a piedi scalzi e ricoperto il capo
Canterò il vespro la sera
Io in attesa a piedi scalzi e ricoperto il capo
Canterò il vespro la sera
Ecco che muove sgretola dilaga
Ecco che muove sgretola dilaga
Uno si dichiara indipendente e se ne va
Uno si raccoglie nella propria intimità
L’ultimo proclama una totale estraneità
Tu con lo sguardo eretto all’avvenire
Fisso al sole nascente ed adirato all’imbrunire
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
Oh…
No non ora non qui in questa pingue immane frana
No non ora non qui no non ora non qui
No non ora non qui no non ora non qui
Se l’obbedienza è dignità fortezza
La libertà una forma di disciplina
Assomiglia all’ingenuità la saggezza
Ma non ora non qui no non ora non qui
Ma non ora non qui no non ora non qui
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
BOZZONE: Bisogna esse’ rivoltosi ragazzi. Ci vole la dittatura de’ popolo. BUIO: Mmhh BOZZONE: Ci vorrebbe proprio la dittatura de’ popolo a anarchia. BUIO: Ma l’è sempre una dittatura. BOZZONE: Eh, l’è sempre una dittatura ma intanto si va avanti duemila anni, poi si vedrà.
Avevo promesso che sarei tornato a parlare di “Berlinguer ti voglio bene” e il dialogo di cui sopra, tratto dal film, mi pare proprio adatto al momento storico e alla situazione culturale e sociale di questi giorni.
Ne approfitto per ricordarvi dell’uscita del libro dedicato proprio al film, ai personaggi e ai luoghi in cui venne girato. Tempo fa ho avuto modo di vedere anche il documentario dedicato al trentennale e adesso mi leggo un po’ di curiosità che ancora non sapevo, su carta e sul sito dedicato al film e realizzato da alcuni cultori.
Non sono riuscito a trovare il video della scena da cui ho ripreso il dialogo di cui sopra, e allora per chiudere un’altra scena memorabile!